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Il genere musicale è una forma di jazz che mette in evidenza il pianoforte come strumento solista principale. Il pianoforte è uno strumento versatile e ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo del jazz fin dai suoi albori nel tardo XIX secolo.
Storicamente, il pianoforte jazz è stato influenzato da una varietà di stili musicali, tra cui il blues, il ragtime e il gospel. Artisti come Jelly Roll Morton e Fats Waller sono stati tra i primi a contribuire allo sviluppo del pianoforte jazz, portando elementi della musica afroamericana tradizionale nel contesto del jazz.
Tuttavia, è stato con l’avvento del be-bop negli anni ’40 e ’50 che il pianoforte jazz ha veramente iniziato a fiorire. Pianisti come Bud Powell, Thelonious Monk e Art Tatum hanno svolto un ruolo cruciale nell’elevare il pianoforte jazz a nuovi livelli di complessità armonica e improvvisazione. Questi musicisti hanno influenzato generazioni di pianisti jazz successivi e hanno contribuito a ridefinire gli approcci pianistici nel contesto jazzistico.
Nel corso degli anni, il pianoforte jazz è continuato a evolversi e ad abbracciare una vasta gamma di stili e influenze musicali. Alcuni pianisti hanno adottato uno stile più tradizionale, mentre altri hanno sperimentato con fusion jazz, jazz modale, jazz contemporaneo e molto altro ancora. Pianisti leggendari come Bill Evans, Herbie Hancock, Chick Corea e Keith Jarrett hanno lasciato un’impronta significativa nel mondo del pianoforte jazz e hanno influenzato intere generazioni di musicisti.
Il pianoforte jazz è un genere ricco di improvvisazione e virtuosismo. I pianisti spesso dimostrano una padronanza della tecnica e dell’armonia, oltre a sviluppare un proprio stile unico che li distingue dagli altri musicisti.
Inoltre, il pianoforte è spesso utilizzato anche come strumento accompagnatore in ensemble jazz di diverse dimensioni, tra cui trio, quartetto e orchestra. Il suo ruolo è cruciale nel fornire supporto armonico e ritmico, nonché nell’interagire con gli altri strumentisti durante le esecuzioni.
Il pianoforte jazz continua a essere un genere musicale popolare e influente, sia per gli appassionati del jazz tradizionale che per coloro che apprezzano il jazz moderno e innovativo. La sua natura espressiva e versatile lo rende uno strumento fondamentale nel mondo del jazz e nella musica in generale
Il corso inizia solitamente con una panoramica degli elementi di base del pianoforte jazz, come la postura corretta, la posizione delle mani e delle dita, e la corretta tecnica di esecuzione.
A seconda del livello di abilità e del progresso dell’allievo, il corso può coprire un’ampia gamma di argomenti, tra cui lo studio di opere di compositori famosi, l’improvvisazione, la partecipazione a concerti o competizioni e l’esame dei metodi di accompagnamento o di musica da camera.
Il corso di pianoforte jazz è adatto a studenti di tutte le età, dai principianti ai livelli avanzati. L’insegnante adatterà il materiale didattico e gli esercizi alle capacità e agli obiettivi individuali degli studenti, fornendo un ambiente di apprendimento stimolante e gratificante.
1° Livello
Impostazione della mano, cadute, scala maggiore, scala minore armonica e melodica, scala diminuita, scala aumentata, scala esatonale, primi esercizi di lettura in chiave di violino.
Effettuazione di un esame di fine anno con rilascio del diploma accademico.
2° Livello
Studio delle triadi nei vari rivolti e in tutte le progressioni, accordi di settima in tutti i rivolti e in tutte le progressioni, relazione scala-accordo nelle triadi, lettura in doppia chiave (violino e basso), esercizi progressivi di tecnica (Hanon), studio del repertorio stride piano, studi di Oscar Peterson.
3° Livello
Accordi di nona in tutti i rivolti e progressioni, relazione scala-accordo negli accordi di settima e di nona, lettura di standard jazz dal Real Book (melodia + sigle degli accordi in close position). Il blues maggiore e minore in tutte le tonalità con aggiunte e sostituzioni armoniche. La scala blues, le blue note, le scale pentatoniche. Esercizi di indipendenza delle mani. Lettura in doppia chiave mediante lo studio delle invenzioni a due voci di Bach. Studio del repertorio (almeno 5 standard jazz a memoria con analisi armonica), rhythm changes a memoria.
Accordi di undicesima e tredicesima in tutti i rivolti e progressioni, scala bebop nelle varie categorie di accordi, la scala maggiore e i suoi modi, scala bebop armonizzata, armonizzazione con telai armonici, armonizzazione a block chords, armonizzazione con drop 2, triadi estratte, relazione scala-accordo negli accordi di undicesima e tredicesima, studio del repertorio (almeno 10 standard jazz a memoria), ascolto guidato di album della tradizione jazzistica, improvvisazione su standard semplici.
Esercizi di perfezionamento del timing, tempi dispari 5/4 e 7/4, walking bass, accordi quartali e altri accordi derivati dalle pentatoniche, comping in tutti i tipi di formazione (duo con solista o con strumento accompagnatore, trio standard, quartetto con solista, orchestra), trascrizione di assoli bebop, studio del repertorio (almeno 10 standard jazz a memoria), ascolto guidato di album bebop e hard bop, improvvisazione su standard di media difficoltà.
Cambi di marcia, gruppi irregolari e poliritmie all’interno degli assoli, trascrizione di assoli hard bop, voicing derivati dall’armonizzazione delle scale minore e maggiore armonica, slash chords formati da triadi, studio del repertorio (almeno 10 standard jazz a memoria), ascolto guidato di album post bop, improvvisazione su standard complessi, lettura di trascrizioni di Bill Evans ed Herbie Hancock.
Slash chord formati da accordi di settima e nona, close position dissonanti con intervalli di nona minore. Tecniche e spunti di improvvisazione melodica nei vari stili jazzistici (metodi di Jerry Bergonzi, David Liebman, George Russel, Herbie Hancock, …). Telai armonici complessi, sostituzioni armoniche, movimento delle voci, arrangiamento, rudimenti di composizione, costruzione delle introduzioni, studio della forma attraverso il jazz modale, ascolto guidato di autori classici del ‘900 e album di jazz contemporaneo, il piano solo, il funzionamento del sintetizzatore, scrittura musicale attraverso programmi, improvvisazione su brani modali e con armonie complesse, Coltrane changes.
Come suonare outside, approcci improvvisativi avanzati (Wayne Shorter, Ornette Coleman, Eric Dolphy, Herbie Hancock, John Coltrane), studio di brani con armonie complesse, polychord dissonanti con intervalli di nona minore, voicing fino a 10 voci con molte tensioni, tempi dispari complessi, ascolti avanzati di jazz contemporaneo, il piano solo (livello avanzato), improvvisazione su brani di jazz contemporaneo, studio delle scale esotiche.
Il corso di contrabbasso è tenuto dall’insegnante Giuseppe Caracci, diplomatosi presso il Conservatorio di Latina. Puoi leggere il CV nell’apposita sezione.